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Perché così tanti pazienti mentono al medico?

11 Dicembre 2018 - di Marta Musso

“Come va con la dieta?”, “Sta seguendo la terapia?”, “Ha smesso di fumare?”. Sono domande apparentemente innocue che però possono suscitare nei pazienti imbarazzo e vergogna, al punto da nascondere la verità al proprio medico. Che si tratti di piccole omissioni o di vere e proprie bugie, stando a un studio pubblicato sulle pagine di Jama Network Open, quasi tutti i pazienti  mentono al medico. Deliberatamente, gli tengono nascoste informazioni rilevanti, complicando notevolmente il suo lavoro, a rischio della propria salute. In assenza di informazioni veritiere, infatti, decisioni e raccomandazioni cliniche possono anche essere non  appropriate.

Le “confessioni”

La ricerca  è stata svolta tramite due sondaggi online che hanno coinvolto, rispettivamente, 2.011 persone intorno ai 30 anni e 2.499 partecipanti con età media di circa 60 anni. Ai volontari sono state presentate sette situazioni comuni in cui si potrebbe non essere sinceri con il medico: dieta e stile di vita, disaccordo con le raccomandazioni, ammissione di non aver compreso le istruzioni. Ai partecipanti è stato chiesto di riportare come si erano comportati in simili circostanze e il perché del loro comportamento.

Circa il 60-80% dei pazienti ha dichiarato di aver mentito proprio medico curante in almeno una delle sette situazioni tipo. Le omissioni riguardavano principalmente la comunicazione clinica, in particolare il fatto di essere in disaccordo con le raccomandazioni del medico o di non averne compreso le istruzioni. 

Ma perché i pazienti mentono?  La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aver temuto il giudizio del medico o di aver voluto evitare una “lezione” sulle conseguenze negative per la salute di certi comportamenti. Ma più della metà, semplicemente, era troppo imbarazzata per dire la verità.

“E’ sorprendente che un numero così considerevole di persone scelga deliberatamente di nascondere delle informazioni al proprio medico”, commenta Andrea Gurmankin Levy, Phd al Dipartimento di Scienze Sociali  del Middlesex Community College, nel Connecticut, tra gli autori dello studio. “E se consideriamo che i partecipanti al sondaggio potrebbero aver nascosto anche questa volta delle informazioni su ciò che non hanno detto al proprio medico, il nostro studio potrebbe sottovalutare la diffusione del fenomeno”.

Di chi è la colpa se i pazienti mentono?

“Il paziente in generale vuole che il medico lo prenda sul serio, e teme di essere etichettato come qualcuno che non sa comportarsi in modo giusto”,  dice Angela Fagerlin, co-autrice dello studio.  Il problema dell’omertà del paziente, sottolineano i ricercatori, è che il medico, se non ha informazioni veritiere, non è nelle condizioni di fare diagnosi e indicare le terapie più appropriate. “Se un paziente non dice la verità su ciò che mangia o sulla sua aderenza alla cura, può danneggiare la propria salute”, osserva Fagerlin. Tuttavia, i pazienti potrebbero non essere i soli responsabili di questa paradossale situazione. Il modo in cui i medici comunicano potrebbe favorire la loro reticenza, suggerisce la ricercatrice: “La domanda è: come insegnare ai medici a far sentire i pazienti più a loro agio? In definitiva, la buona comunicazione è una via a doppio senso di circolazione”.

Riferimenti: Jama Network Open

Tag: competenza narrativa, comunicazione medico-paziente

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