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“Parole fertili” e “Modi bruschi”: perché gli uomini non si raccontano

8 Novembre 2016 - di Cristina Cenci

ParoleFertili.it è uno spazio narrativo online per condividere il viaggio alla ricerca di un figlio. In pochissimo tempo sono state donate decine di storie. Cosa ci raccontano? Che sfide ci lanciano?
La prima cosa che ci raccontano è un’assenza narrativa: l’uomo non scrive ed è spesso un’apparizione fugace, talvolta amica, talvolta ostile, nel racconto femminile.

Come interpretare questa mancanza di storie maschili? Si potrebbe essere tentati di confondere l’assenza con l’indifferenza o, forse peggio, con un vissuto della PMA (procreazione medicalmente assistita) meno problematico.
La prima storia al maschile arrivata su parolefertili, ci aiuta a cercare in altre direzioni. Eugenio Gardella, autore del libro “Sei sempre stato qui” ,  ha donato a parolefertili.it tre capitoli della sua storia, tutti da leggere. Racconta in un’intervista:

“La nostra cultura ci ha consegnato un terribile retaggio. La vergogna nei confronti della nostra debolezza. Il senso di colpa dovuto al fallimento e alla malattia. […] La nostra è una società che ha sempre voluto uomini duri, macchine pronte al lavoro e alla guerra. Macchine pronte alla conformazione culturale. Io rivendico un diritto con questo libro, il diritto degli uomini, e dei padri, di riprendersi la loro fragilità e la loro forza, la loro libertà e il loro cuore, la loro tenerezza e la loro intelligenza”.

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Tag: salute riproduttiva, storytelling

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