Sul sito della SIMeN, Nicoletta Suter, responsabile del Centro Attività Formative del CRO di Aviano e facilitatrice della sessione di lavoro sulla Formazione in Medicina Narrativa del Congresso della Società Italiana di Medicina Narrativa che si terrà dal 10 al 12 maggio ad Arezzo, racconta il suo punto di vista sul tema del congresso: “La complicità nella cura”.
Il significato della parola complicità, che potremmo dire polisemica si snoda in due sensi diversi, anche se fra loro collegati.
A primo acchito non arriva come una parola buona.
Infatti in un primo significato, quello che comunemente non piace, pensiamo al complice come colui che partecipa ad una azione riprovevole o la favorisce: direttamente o indirettamente, il complice intreccia la propria sorte al commettere un illecito. In altri contesti, il carattere riprovevole dell’azione è molto attenuato o assente, anzi la complicità può avere un carattere scherzoso o affettivo: quando per esempio un amico è complice di un altro e gli regge la parte / la bugia nei confronti di terzi (amici, genitori ecc.)
Aggiornamento: è on line e liberamente consultabile il libro “Il racconto dei racconti”, che raccoglie gli interventi al II Congresso Nazionale Simen, Arezzo 2018.
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