Comunicare a un figlio di avere un tumore è forse uno dei compiti più difficili e dolorosi per un genitore, se si pensa alle conseguenze psicologie che la notizia potrebbe avere: disorientamento, paura, dolore e angoscia. Arriva così in aiuto una fiaba, “Il Viaggio della Regina” (di Beatrice Masini e Gianni De Conno, Carthusia Edizioni), un racconto che prima di tutto si rivolge all’adulto, incoraggiandolo a rompere il muro del silenzio, a condividere emozioni, stati d’animo e speranze con i propri figli.
Presentata al Congresso nazionale dell‘Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), la fiaba racconta di una madre che affronta il “Mostro”, ovvero il tumore, con determinazione e volontà di vincere, anche se con molta fatica: “Sono stanca, molto stanca. Ma sto camminando, non mi fermo. Piano piano, un po’ alla volta, torno da voi”. Il racconto così vuole trasmettere agli adulti la forza di vivere con coraggio e determinazione la malattia. E ai figli invece vuole infondere fiducia, nel ritorno e nella consapevolezza di non essere mai da soli.
“Affrontare la malattia non è solo un compito della persona che si ammala, ma coinvolge tutta la famiglia”, scrive nell’introduzione la psicologa Mariarosaria Monaco. “Gli adulti spesso non parlano, pensando di proteggere i loro bambini, di non caricarli di responsabilità, fanno finta che nulla è cambiato e mai cambierà. E’ importante invece che al bambino che vive e soffre in silenzio venga detto che sarà fatto dai medici che curano il genitore tutto il possibile perché possa guarire”.
“Spesso è difficile trovare le parole giuste per comunicare ai figli la diagnosi di tumore”, spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom. “La notizia può determinare nel bambino disorientamento, paura di perdere il genitore, angoscia. L’ansia e il senso di dolore e di smarrimento si riversano sull’oncologo che ha in cura il genitore. Oggi grazie alla diagnosi precoce e a terapie più efficaci, il 60% dei pazienti sconfigge la malattia. Il viaggio della Regina è il percorso di ogni padre o madre, fatto di paure, di ostacoli e di amore per i propri figli”.
“Aiom spera che questo strumento possa essere utilizzato da chi, come noi, lavora tutti i giorni in oncologia, per facilitare la comunicazione ai figli della diagnosi di tumore di un padre o di una madre”, spiega Stefania Gori, Segretario nazionale Aiom. “ Insieme a loro dobbiamo affrontare questo difficile viaggio, che unisce quotidianamente dolore e speranza. La pubblicazione vuole essere anche un grazie a tutti i pazienti oncologici e alle loro famiglie per quello che ci insegnano ogni giorni”.
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