Il clinico non può prescindere dalla relazione col singolo paziente, perché la malattia è oggettiva, ma il dolore e la paura che l’accompagnano sono sempre soggettivi. Diversamente, è un medico a metà, scrive Claudio Rugarli, in un volume a giugno in libreria per i caratteri di Raffaele Cortina
Se la medicina narrativa aiuta anche i dottori
Leggere e scrivere, per riflettere e migliorarsi. Se ne è parlato al meeting annuale dell’Associazione degli oncologi americani, in una educational session intitolata “Narrazione come fonte di riflessione personale e mezzo di cambiamento sociale”.